Un tavolo con un po’ di sedie attorno e dei moduli, in una saletta della parrocchia del Santo Rosario a Bolzano, da dividere con i chierichetti: è questa la prima sede di quella che diventerà La Ruga.
Nel 1975 si chiama ancora Comitato Parrocchiale assistenza.
Per tre ore alla settimana Ilda Berlanda, Maria Grazia Zanetti ed Elio Frisanco, nucleo storico del Club, supportano gli anziani nella compilazione delle domande di assistenza economica. All’inizio l’aiuto è burocratico, ma essenziale per guadagnarsi la fiducia. È un primo passo. Presto la saletta a disposizione diventa una sala, il parroco Don Roberto Lorenzoni concede addirittura la grande sala rossa per quelle che venivano chiamate pomposamente assemblee.
Quando le persone hanno un luogo dove trovarsi, confrontarsi, divertirsi, ascoltarsi e fare festa in un clima accogliente e non giudicante, allora tutto diventa più facile e bello
Maria Grazia
All’inizio partecipano solo una decina di persone, ma Berlanda, Zanetti e Frisanco non mollano: ogni fine sabato del mese va tenuto l’incontro. È una consuetudine che regge fino al Covid.
Negli anni ottanta La Ruga conta oltre 250 associati e associate.
La sede si allarga. Si crea una squadra, che rovescia alcune sale della parrocchia, si ristruttura tutto quel che c’è da ristrutturare: il seminterrato con un’ampia sala, doppi servizi e cucina e all’esterno, due campi bocce, che d’estate sono uno sfogo prezioso. Si piantano alberi. Si studiano progetti e preventivi, si rifanno le finestre e si adegua il riscaldamento – se serve si chiede aiuto alla mano pubblica. C’è un’onda di entusiasmo fantastica, c’è la fiducia da parte del parroco di allora, Don Roberto, e un grande senso di responsabilità da parte dell’associazione, che cresce sempre di più.
Nel 1985 si guadagna il piano superiore dell’Oratorio, vengono unite tre aule e si crea una sala enorme, di 18 metri per 10, oltre alla cucina, all’ufficio e al magazzino.
In ogni passaggio tutti collaborano: Gino è stato falegname e perlina le pareti, Severino era elettricista e sistema i cavi, altri imbiancano, mentre le donne rifocillano i lavoratori con spuntini e merende.
Ognuno è parte viva nel costruire e custodire la sede della Ruga, perché la Ruga è casa. Anche questa è una storia che continua fino ad oggi. E non è solo una questione di mura, perché in questi cinquant’anni la Ruga ha cambiato tre sedi. La casa della Ruga è un modo di stare insieme, sapersi divertire, accogliere e ascoltare. Rimanere uniti. È qualcosa che non si spiega con le parole, ma si sente, forte e chiaro, appena entrati alla Ruga. I soci e le socie lo sanno, e questa casa la portano sempre con sé.
Devo dire che questa è come la seconda casa, tanto che mi sono fatta le mie abitudini… anch’io, insieme a loro, cerco che la sede sia la più accogliente possibile perché si sentano a loro agio.
Carolina – Testimonianza dalla pubblicazione dei 20 anni. I sentieri della memoria 1976-1996, p. 32
La favola di via Riva del Garda
C’è una forza positiva che ha accompagnato la Ruga nei momenti di difficoltà. È così anche per quella che nella storia dell’associazione è ricordata come la favola della sede di via Riva del Garda.
Nel 2009, dopo trent’anni di ospitalità nella parrocchia del Santo Rosario, le sale che ospitano la Ruga vengono abbattute. C’è un momento di crisi: nel quartiere di Oltrisarco a Bolzano gli spazi scarseggiano, gli affitti sono esorbitanti. E poi il gruppo è numeroso, 200 persone non sono poche, serve un posto adeguato.
Si arriva a dicembre, è ormai l’ultima assemblea, in cui verrà annunciata la chiusura del Club.
La Ruga pensa di essere sconfitta, ma non è così. Una socia trova delle carte abbandonate sotto la porta d’entrata, in mezzo c’è una lettera con una piantina. Sul momento non gli si dà importanza. Poi arriva una telefonata. Una voce flebile di un anziano chiede se è stata trovata la lettera con la piantina, perché suo fratello Ivaldo Bizzo ha una casa, vorrebbe darla alla Ruga.
Sembra un sogno, ma è tutto vero. La nuova sede è trovata, è quella via Riva del Garda al civico 3. Dopo un anno di lavori e ristrutturazioni, a inizio 2011 la nuova casa della Ruga è pronta.
Qui il Club rimane felicemente per quasi quindici anni, fino 2024.